Non autosufficienti, riparto da 786 milioni

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Priorità all’assistenza residenziale e semiresidenziale ad anziani e disabili, cioè ad accorciare le liste di attesa per l’inserimento in case di riposo, case famiglia e centri diurni. Questa l’indicazione-chiave del riparto del Fondo regionale per la non-autosufficienza 2019, contenuta nel provvedimento approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin, e ora trasmesso alla quinta commissione del Consiglio regionale per il parere di competenza. Il Fondo 2019 per la non autosufficienza risulta avere una dotazione finanziaria complessiva di 786,1 milioni di euro, oltre 22 in più rispetto allo scorso anno. Nel fondo confluiscono le risorse stanziate dalla Regione con il proprio bilancio(739,6 milioni di euro) e la quota trasferita al Veneto del Fondo nazionale per la non autosufficienza (45,5 milioni di euro). Nella suddivisione adottata quest’anno il fondo riserva la ‘parte del leone’ alle impegnative di residenzialità per gli anziani: 493,6 milioni di euro (pari al 62,8 per cento), 13 milioni in più dello scorso anno, sono dedicati, appunto, ai contributi per le rette nelle case di riposo. Per l’accoglienza residenziale per le persone disabili ci sono 161,7 milioni di euro (il 20 per cento del Fondo), quasi 10 in più rispetto allo scorso anno, ripartiti tra contributi alle rette per chi è assistito in case-famiglia o istituti (67,6 milioni) e contributi per chi frequenta centro diurni educativi e occupazionali (94 milioni di euro). In totale, quindi, la Regione impegna quest’anno 32 milioni di euro in più rispetto al 2015 per impegnative di residenzialità, corrispondenti a 1795 posti in più, ossia a 15 residenze assistite o centri servizi da 120 posti ciascuno.

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