Il fenomeno dei medici “gettonisti” cioè dell’acquisto di prestazioni sanitarie tramite ricorso a società o cooperative, è da tempo all’attenzione della Regione per i profili di criticità che presenta ed è stato oggetto di numerosi interventi, anche nazionali, che consentono oggi di affermare che il fenomeno si esaurirà per quanto riguarda gli ospedali del Servizio sanitario veneto progressivamente nel corso del 2024 senza pregiudizio per la qualità del servizio.
Anche da ultimo, la Regione del Veneto, su proposta dell’Assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha approvato una delibera che completa il quadro degli interventi indicando quali siano anche sotto il profilo organizzativo quelli necessari “per far fronte alla carenza di personale sanitario per garantire il servizio sanitario pubblico”.
L’assunzione di medici dipendenti rimane la strada maestra e nuovi concorsi saranno banditi nelle prossime settimane per le specialità più carenti, anche per consentire ai medici impiegati oggi nelle cooperative di stabilizzare la loro posizione nel servizio sanitario regionale. La regione offre ai medici che decidono di entrare o rientrare nel servizio sanitario regionale opportunità di carriera, carichi di lavoro adeguati – introducendo percorsi dedicati per smaltire i codici minori – incentivi economici e previdenziali, sfruttando al massimo gli strumenti previsti dalle norme di legge e contratto.
La Regione Veneto, aveva già individuato i contratti di lavoro autonomo con i professionisti sanitari come strumento di acquisizione delle risorse necessarie a garantire il servizio: oggi questo strumento viene ulteriormente rafforzato per garantire qualità e professionalità, ma anche un indispensabile contenimento dei costi.
La delibera in questione precisa che, peraltro, anche le procedure dirette a consentire la stipula dei contratti con i professionisti sanitari potranno essere messe in atto in via eccezionale, solo dopo che le Aziende Sanitarie abbiano accertato l’impossibilità oggettiva di usare risorse umane disponibili al loro interno, anche in relazione al ricorso a tutti gli istituti previsti dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro del personale dipendente: quindi solo in assenza di valide graduatorie di concorso pubblico o avviso pubblico, cui attingere per eventuali assunzioni a tempo determinato o indeterminato; ovvero quando, pur in presenza di tali graduatorie, vi sia il rifiuto del personale collocato in graduatoria in posizione utile; ed infine nell’attesa del completamento delle procedure per l’assunzione di personale a tempo determinato o indeterminato, in rapporto alla natura permanente o temporanea delle funzioni che deve garantire.