Il “Made in Italy” alimentare? Il falso è di oltre i 100 miliardi

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Quasi due consumatori su tre hanno paura delle frodi e contraffazioni a tavola, perché al danno economico si aggiungono i rischi per la salute. È quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixe’ divulgata in occasione del convegno organizzato dall’Arma dei Carabinieri sul tema “Salute e Agro­alimentare: dalla sicurezza più qualità”. “La contraffazione alimentare – spiega il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola – è un crimine particolarmente odioso, perché si fonda sull’inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo, dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi sui quali è importante garantire maggiore trasparenza”. L’ottima attività messa in campo dalle forze dell’ordine va accompagnata dalla revisione delle leggi sui reali alimentari con la proposta a costo zero elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso da Col­diretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali adeguate a combattere le frodi agroalimentari diventate più pericolose con l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali. “Un impegno che deve riguardare anche l’estero dove è necessario che l’Italia e l’Europa tutelino dall’italian sounding l’identità dei prodotti alimentari riconosciuti dall’Unio­ne Europea anche nei trattati di libero scambio. È salito ad oltre 100 miliardi il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo – aggiunge il direttore di Coldiretti Vicenza, Cesare Magalini – con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio, per effetto della pirateria internazionale”. “Tra le iniziative realizzate per contrastare i fenomeni della contraffazione e delle frodi nel settore agroalimentare, Coldiretti ha fornito un contributo decisivo nella raccolta di 1,1 milioni di firme tra i cittadini europei, delle quali oltre 16mila nella provincia di Vicenza, per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti nell’ambito della petizione europea “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo)”.

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