Evade: “lei mi stressa me ne torno in cella”

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«Piuttosto che rimanere in questa casa preferisco finire in cella: sto evadendo venitemi a prendere». Sono bastati due mesi con quella donna, per amore della quale era evaso da Trento, arrivando fino a Sospirolo a fargli cambiare idea. Forse sono stati due mesi intensi che hanno stancato Antonio Troisi a tal punto da spingerlo a consegnarsi spontaneamente alle forze dell’ordine martedì 25 aprile. Una telefonata dal suo cellulare in cui avvertiva i carabinieri: «Sto evadendo». Inevitabile quindi l’arresto con l’accusa di evasione di cui dovrà rispondere in un procedimento. Ma questo è solo l’ultimo dei sui problemi, visto che lui ha ottenuto quello che voleva: finire in carcere.  l’arresto è stato convalidato nell’udienza di convalida di fronte al gip Vincenzo Sgubbi del Tribunale di Belluno. Antonio Troisi era assistito dall’avvocato Simona Ianese, che sostituiva il collega Pierluigi Cesa. Alla fine il giudice ha accontentato l’evaso lasciandolo in carcere e convalidando l’arresto. È sicuramente irrequieto Antonio Troisi, 30enne di Avellino, che era finito ai domiciliari per una pregressa condanna per le accuse di tentata estorsione e lesioni per fatti avvenuti in Campania. Sicuramente non riesce a trovare il posto adatto a lui. Prima infatti chiede di salire in provincia di Trento per scontare la condanna ai domiciliari.   A fine febbraio evade e si fa diversi chilometri, solo per amore, con l’intento di arrivare a Sospirolo da quella donna di cui si era invaghito. Non riesce più a sopportare quella casa e quella compagnia e così, memore di quanto accaduto due mesi prima torna in cella.

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