Con l’arrivo del decreto fiscale il settore rischia di scomparire

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Il presidente della Confe­derazione Agro­mec­canici e Agricoltori Italiani Gianni Dalla Bernardina e il vicepresidente Sandro Cap­pellini hanno incontrato il sottosegretario alle Politiche agricole Giu­seppe L’Abbate e l’onorevole Filippo Gal­linella della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati sui rischi che l’entrata in vigore del decreto fiscale dal prossimo gennaio comporta in materia di affidamenti di servizi agricoli in conto terzi e su altre questioni altrettanto urgenti, che andrebbero a gravare sulle imprese agromeccaniche e il mondo agricolo. “Siamo molto preoccupati per i disagi che l’obbligo per i committenti di opere e servizi in agricoltura di versare le ritenute fiscali relative alle retribuzioni corrisposte ai dipendenti delle imprese imprese appaltatrici comporterà”, afferma Dalla Bernardina. Ad essere colpite non soltanto le 18mila imprese agromeccaniche in Italia, ma le centinaia di migliaia di agricoltori che si avvalgono dei servizi in conto terzi. Per Cai “non è assolutamente corretto applicare una tassazione a chi si avvale di terzi, anche operché l’effetto immediato sarebbe o disincentivare l’uso di meccanizzazione terziarizzata oppure favorire soluzioni sommerse, che è l’esatto contrario dell’obiettivo della norma”. Inoltre, sottolinea la Confederazione Agromec­canici e Agricoltori Italiani, vi sarebbe un problema di privacy. “La normativa – specifica il vicepresidente Sandro Cappellini – imporrebbe alle imprese agromeccaniche di comunicare ai committenti il compenso economico che gli stessi contoterzisti agricoli riconoscono ai propri dipendenti o collaboratori, con conseguenze di concorrenza sleale, di violazione di dati sensibili, che oggi sono a disposizione di enti statali come Agenzia delle Entrate, Inps o Inail per le rispettive funzioni e controlli”. Infine, anche la complicazione burocratica imposta dal decreto spingerebbe le imprese agricole a scegliere opzioni meno virtuose, con grave danno per il sistema e la sicurezza sul lavoro. Fra i nodi ancora irrisolti c’è anche il nuovo obbligo previsto dal decreto fiscale collegato alla manovra relativo alla tenuta di un registro di carico e scarico per le imprese agricole e agromeccaniche in possesso di depositi superiori ai 10 metri cubi. “In questo caso non si può solo parlare di aggravio burocratico – contesta Dalla Bernardina – ma di lucida follia, dal momento che le assegnazioni dei carburanti agricoli alle nostre imprese sono già certificate dagli uffici regionali. In questo caso chiedono agli agromeccanici di tracciare un prodotto che è già codificato in ogni dettaglio dalla fonte all’impiego finale”. I vertici di Cai hanno inoltre interessato il viceministro ai Trasporti per la decisione di Regione Lombardia di eliminare i permessi di circolazione, subordinando la possibilità di movimento per i mezzi di trasporto eccezionale agricoli alla mappatura delle strade, con il rischio – sottolinea Cai – di escludere alcune vie e impedire così l’accesso ai campi dei mezzi di agricoltori e contoterzisti. Non solo: tale provvedimento esporrebbe imprenditori agricoli e agromeccanici alle pesanti sanzioni previste dal codice della strada e alla mancata copertura assicurativa.

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