NELLA PROVINCIA DI BELLUNO MEDICI IN CALO

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VENEZIA 27.06.2015.FOTOATTUALITA'.BASILICA DI SAN MARCO. PRESENTAZIONE DEL RESTAURO DELLA RUOTA PAVIMENTALE DAVANTI ALL'ALTARE DELLA NICOPEIA.

«Nelle Aziende sanitarie 1 e 2 non vengono erogati i contributi ag­giuntivi per le aree disagiate, come previsto da una normativa regionale e per questo i medici di famiglia sono in calo». Il consigliere del PD Bruno Pi­goz­zo fa proprio il grido di allarme lanciato dal presidente dell’Ordine dei Medici di Bel­luno Umberto Rossa e dal fiduciario di categoria Fabio Bortot sulla carenza di personale. «Nella provincia di Belluno il numero dei pazienti per ogni me­dico supera, nell’80% dei casi, quota 1500, rendendo il lavoro più difficoltoso e pesante; anche perché molti professionisti, che arrivano da altre province, decidono ben presto di andarsene per la mancata applicazione di una nor­ma regionale che risale al 2000» spiega il vicepresidente Pigozzo che aggiunge: «Questa disomogeneità è assurda e va a colpire proprio le aree più delicate, penalizzandole ulteriormente. È e­vi­dente che lavorare tra i monti sia più oneroso dal punto di vista sia dei costi che dell’impegno. I rappresentanti di categoria hanno ricordato sulla stampa come il problema sia stato sempre rinviato: in un primo momento c’è stato un rimpallo di responsabilità tra Ulss e Regione su chi dovesse pagare, poi Venezia ha deciso che fosse l’Azienda a pagare dal suo budget». Da qui l’interrogazione ur­gente presentata per avere chiarimenti sui motivi per cui, «dopo 16 anni, nei territori di riferimento delle Ulss 1 e 2 non viene ancora applicata la normativa regionale sui contributi aggiuntivi per i medici di Medicina generale che operano nelle zone disagiate».

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