LEGGI ANTI-MOSCHEE SCOPPIA LA POLEMICA di Achille Ottaviani

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La nostra Regione non ha perso tempo ed ha approvato la così detta legge anti-moschee. Non si potranno costruire nuovi luoghi di culto nelle sette province venete. Con l’aggiunta di un’altra “bombetta” che riguarda l’obbligatorietà dell’uso della lingua italiana (per tutte le attività svolta nelle attrezzature di interesse comune per servizi religiosi che non siano strettamente connessi alle pratiche e rituali di culto). Decisione che non è una passeggiata perché limita molto e snatura non poco il rito religioso. Le comunità islamiche hanno già annunciato che impugneranno il provvedimento davanti alla Corte Costitu­zionale trattandosi secondo loro di un affronto al di fuori di ogni logica di convivenza e dialogo. Il problema è che la legge approvata a Ve­nezia non riguarda solo gli islamici ma anche altre comunità religiose minori come protestanti ortodossi, ebrei, sikh e via dicendo. D’altronde non si può dar torto ai nostri legislatori perché se si vuole dare una frenata decisa alla grande confusione che regna sotto il cielo delle religioni con annessi e connessi terroristici non esistono soluzioni diverse da quelle di impedire in ogni modo, anche impensabile, il proselitismo dell’estremismo con il quale oggi siamo obbligati a convivere.

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