LA VERA AUTO ELETTRICA È VENETA MA PRODOTTA IN CINA

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L’uomo che ha ideato e vuole produrre quella che definisce “la prima vera auto elettrica al mondo” ha un piccolo problema. Non trova nessuno, in Italia, disposto a finanziare non tanto il progetto, che è giunto ormai al quarto prototipo, ma il programma industriale per sfornare qualche decina di migliaia di vetturette a costi da discount che consumano come un ferro da stiro. Una sfida economica, ambientale e occupazionale, che fino ad oggi lo co­stringe a rivolgersi alla Cina, che non solo è pronta a garantirgli 150 milioni di euro in tre anni, ma considera “strategico” il pro­do­tto per una nazione asfissiata dall’inquinamento. Elio Marioni è un settantenne toscano che il suo Eldorado se lo è costruito a partire da Dueville, nel Vicentino. Ad­esso ha stabilimenti in mezzo mo­ndo con il marchio Askoll, se­guito da un numero che indica la successione delle sue creature im­­­­p­renditoriali. Dal Brasile al Messico, dalla Slovacchia alla Cina, tra motori elettrici, mo­torini elettrici, biciclette el­­ettriche, è un leader. Da tre anni accarezza il sogno dei so­gni, che sta però im­pa­ttando contro il sistema-It­alia. «Qu­esto è un paese de­­stinato a morire, visto ch­e nessuno è disposto a in­­vestire più nulla. Le banche non hanno più un euro, i so­­­­ldi non li danno, eppure Askoll è la quinta o sesta azienda della pro­vincia di Vicenza. Ci sono ta­nte pe­­­­r­sone che riferiscono cose sa­pute di terza o quarta mano, face­ndo solo chiacchiere su possib­ili fi­n­anziatori». La differenza con l’It­a­lia è che in Cina è un paese che si muove, che cresce.

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