Espolosione a Pieve, forse una vendetta

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Poco plausibile che la pizzeria di Pieve sia saltata in aria per cause accidentali, ad esempio una semplice fuga di gas: non è l’ipotesi prioritaria degli inquirenti, vigili del fuoco e carabinieri. In procura il fascicolo, per ora contro ignoti, è sul tavolo del pm Paolo Sartorello. L’incendio si presume doloso, forse è stata usata benzina o altri liquidi infiammanti per l’innesco, poi l’esplosione avvenuta all’interno verso l’esterno. La natura dell’infiammante lo chiariranno gli accertamenti del Niat, la scientifica dei vigili del fuoco. Il personale del Nucleo ha passato tutta la mattina in quel che resta del locale, per prelevare campioni di eventuali sostanze estranee a quelle usate in pizzeria, liquidi incendiari, non esclusa la benzina, che hanno poi innescato un’esplosione incontrollata. «Non tralasciamo alcuna ipotesi, chiaramente anche quella accidentale, ma non è prioritaria» spiega l’architetto mm , il dirigente dei vigili del fuoco del distaccamento di Belluno che ieri è stato fra le “macerie” di Pieve anche per la verifica degli edifici agibili. L’ipotesi seguita, invece, è che nello Speedy pizza sia stata buttata sostanza infiammabile poi incendiata: il fuoco avrebbe interessato anche i tubi del gas e tutto sarebbe saltato in aria. L’ingresso sarebbe stato ritrovato manomesso. Le indagini ambientali dei carabinieri di Pieve e Cortina, coordinati dal comandante provinciale, il colonnello Giorgio Sulpizi, permetteranno di ricostruire anche il contorno della vicenda: si cerca un movente, una ripicca, una vendetta, un danneggiamento scappato di mano.

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