COMITATI DEL NO A TUTTO DANNO PER L’ECONOMIA

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«I “comitati del no a tutto” sono una pericolosa metastasi che rischia di pregiudicare lo sviluppo economico della nostra provincia. Sono animati da una minoranza rumorosa, arroccata su posizioni ideologiche e perciò indisponibile a qualsiasi forma di dialogo. Vanno perciò considerati per quello che sono: un fastidio che non può interferire con opere e iniziative che portano beneficio all’intera comunità, in termini di sviluppo, occupazione e benessere». É questa la presa di posizione di Confindustria Belluno Dolomiti, Confartigianato Imprese Belluno, Appia – CNA e Confcommercio Belluno contro il proliferare, in provincia, di comitati di cittadini che si oppongono, a prescindere, a qualsiasi iniziativa orientata allo sviluppo economico del territorio. «In questi anni – fanno sapere le categorie economiche in una nota congiunta – abbiamo assistito a proteste, a volte sfociate in atti di violenza e intimidazione, contro la realizzazione ogni tipo di opera, dai collegamenti sciistici agli interventi per il miglioramento della viabilità. Basti pensare, da ultimo, all’opposizione contro il depuratore di Lentiai, nonostante il suo valore ambientale e la sua utilità per le imprese, e addirittura contro l’ampliamento dello stabilimento di Luxottica a Sedico, nonostante le ricadute positive in termini occupazionali. E’ del tutto evidente che, di fronte a queste prese di posizioni miopi, la risposta delle istituzioni non può che essere ferma: la protesta è legittima, ma l’intervento va realizzato perché l’interesse generale non può essere pregiudicato dall’egoismo di pochi. E questo dovrebbe valere anche per le altre iniziative oggetto di contestazione: laddove è in gioco lo sviluppo economico del territorio, e quindi il benessere delle persone che lo abitano, non ci possono e non ci devono essere tentennamenti. É giusto ascoltare la posizione e l’opinione di tutti, a condizione però che vi sia un’effettiva disponibilità al dialogo, e non la solita chiusura aprioristica. A tutti deve essere chiaro che senza imprese non c’è occupazione e senza occupazione non c’è che lo spopolamento delle nostre montagne».

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